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Oggi diamo per scontato come sia facile viaggiare e raggiungere in poco tempo qualsiasi angolo del pianeta. La visione di questo documentario oltre a portarci indietro nel tempo e raccontarci l’unicità dell’isola ci fa apprezzare i vantaggi dell’evoluzione sotto vari aspetti.

La giornalista Rai si reca sull’isola di Lampedusa trascinandoci in un bellissimo documentario con i primi turisti di allora per conoscere e vivere le bellezze del luogo.

 

Di seguito la trascrizione del documentario

E’ stato un fatto di attualità questa volta a suggerirci la nostra breve vacanza settimanale. Infatti è stato recentemente istituito un collegamento aereo tra Napoli e Lampedusa. Ma dov’è Lampedusa?  Molti di noi l’hanno sentita nominare, ma non tutti sanno esattamente dove si trovi. E’ una piccola isola sperduta che si trova di fronte alla costa della Tunisia, più vicino alla costa africana che a quella italiana. E così, ci è venuto il desiderio di andare a conoscerne le bellezze, scoprire come vive la sua gente, conoscerne le aspirazioni e le speranze. In questo momento siamo sull’aereo che parte da Napoli due volte la settimana, precisamente il martedì e il venerdì, e attraverso varie tappe come Palermo, Trapani e Pantelleria arriva a Lampedusa in tre ore e mezza. Una volta atterrati,  percorrendo la strada che dalla nuova pista dell’aeroporto conduce all’interno dell’isola,  la prima impressione che ci colpisce è la totale assenza di verde. La vegetazione, infatti, è ridotta a qualche albero isolato e a poche macchie di fichi d’india, ma non è stato sempre così.  Anticamente Lampedusa era interamente ricoperta da un bosco di ulivi selvatici, successivamente gli alberi furono abbattuti e rimase la roccia nuda ma il terreno è ancora fertile, e si pensa quindi alle possibilità di un rimboschimento. L’isola, che Ariosto un tempo chiamava con il nome latino di Lipadosa fa parte, insieme all’isola di Linosa, dell’arcipelago delle Pelagie.  Lampedusa conta oggi quasi 5.000 abitanti ed ha una superficie di 20 chilometri quadrati.

Attraversiamo ora via Roma, la strada principale del paese e fiancheggiata da case che hanno lo stesso colore del terreno calcareo.

Al di là di queste strade scopriamo finalmente il porto ed il mare. Qui si trovano le due uniche locande del posto. Con poca spesa vi si dorme e vi si mangia soprattutto del buon pesce. Il porto è stato per secoli , e fino a un mese fa, l’unico punto di contatto dell’isola con il resto del mondo.

“L’istituzione della linea aerea civile in quest’isola è stato qualcosa di veramente provvidenziale. Da tempo gli italiani aspiravano a questo e soprattutto io, perché molte volte mi trovavo in difficoltà con gli ammalati, perché non sempre il centro radio medico italiano poteva inviare qui un aereo per un ricovero d’urgenza, sia per il tempo, sia per altri fattori e per altri motivi. D’altra parte, l’istituzione di un ospedale in quest’isola non era una cosa molto facile; sia per le spese di mantenimento che il comune non avrebbe potuto mai sostenere, sia per la scarsezza degli ammalati e sia perché i professori non avrebbero tanto facilmente aderito a spostarsi da un centro ospedaliero in un piccolo paese. L’istituzione della linea aerea civile è qualche cosa di veramente provvidenziale”.

“ Oggi i lampedusani non si sentono più isolati dalla madre patria, dalla terraferma e quindi, pensano che porterà sicuramente alla linea aera un vantaggio notevole sia nel campo turistico che nel campo commerciale ed economico. Infatti, c’è una società che vorrebbe acquistare nel terreno per costruire nell’Isola dei Conigli un albergo dove, per il momento, sarebbe la cosa più importante che la nostra isola avrebbe  bisogno per il turismo.”

In pochi minuti dal centro del paese si raggiunge la spiaggia dell’Isola dei Conigli, dove non abbiamo visto i conigli selvatici da cui il luogo prende il nome, ma abbiamo trovato i primi turisti.

“Siam venuti qui a Lampedusa per caso, perché lei voleva andare a Pantelleria , avevamo la tenda ma non potevamo fare il campeggio. Allora ci hanno consigliato di venire a Lampedusa, siamo andati fino a Pantelleria con la nave e poi abbiamo continuato da Pantelleria a qui con l’aereo, poi gli altri son venuti con i bagagli con la nave. Ci siamo fermati perché il posto a noi piace, il mare quindi ci interessava abbastanza sotto questo punto di vista. Qui è comodo sia per dormire, abbiamo un punto di appoggio, abbiamo dell’acqua per mangiare, per lavarci e credo che altre attrattive, oltre al mare, non ce ne siano. Oddio no assolutamente, non ce ne sono.”

“Io sono di Milano e sono venuta qui con la mia amica per vedere un pò di questa isola selvaggia, queste spiagge così bianche, questo mare così limpido e questi scogli così chiari ed accoglienti.”

Il mare è così trasparente che il fondale sembra poco profondo. Si stenta a credere che le imbarcazioni possano navigarvi. Per offrire un’idea della limpidezza di questa acqua basta sapere che qui il fondo è a 5 metri. Questo mare sempre calmo con colori che vanno dal turchese allo smeraldo, all’azzurro intenso  è non soltanto la principale attrattiva dell’isola, ma anche la sua sola ricchezza, l’unica fonte di lavoro per i lampedusani. Il mare molto pescoso, ogni mattina i pescherecci rientrano in porto con un carico sempre abbondante, specialmente di sardine, ombrine, cernie e spigole. La quantità del pescato è comunque superiore all’assortimento locale, e perciò spesso una parte dei pesci viene rigettata in mare. L’industria locale che pure si occupa dell’inscatolamento  del pesce per esportarle in Tunisia in Libia, ha carattere artigianale e non riesce a superare la concorrenza delle altre industrie straniere del settore. Queste aziende sono soprattutto a conduzione familiare, e vi lavorano quasi esclusivamente donne e ragazzi.

“Ma allora lei è contenta che ci sia l’aereo?”

“Sì signora. Per andare a vedere mia figlia, anche se è caro  viaggiare con l’aereo.”

“ Dov’è suo figlia?”

“A Roma.”

“Quant’è che non la vede?”

“Vent’anni.”

“ Ma lei vorrebbe andarci in aereo?”

“ Volentieri”.

Ovunque si trovano case disabitate. Sono ancora in buono stato, abbandonate dagli isolani che si sono stabiliti nel continente. Per una modica cifra, addirittura alcune per diecimila lire al mese, si possono prendere in affitto e fare così una vacanza economica.

Siamo in uno dei punti più belli e solitari dell’isola, capo Grecale. Ecco che sta arrivando una barca a motore con molti giovani a bordo, sentiamo che cosa ne dicono di Lampedusa.

“ Noi siamo in dieci e siamo di Milano. Ce n’è uno di Como ma lo calcoliamo di Milano. Siamo tutti studenti e arriviamo qui.”

“Come mai avete scelto Lampedusa?”

“Ma già il nome di Lampedusa lo avevamo già scelto l’anno scorso. Poi abbiamo cambiato idea e quest’anno  l’abbiamo ripresa. Comunque di Lampedusa non sapevamo quasi niente, sapevamo solo che era lontana, che il mare era bello e festoso, ma altro non sapevamo. Pensa che non avevamo visto neanche una fotografia di Lampedusa, così il nome solo e basta.”

“ Secondo lei qual è la cosa più urgente da fare?”

“ Io penso che la delusione più grande per il turista sia quella di non scendere in un paese come Lampedusa, perché non si vede nulla né di spiagge né di bellezze nel libro che invece sono molte. Quindi la cosa principale sarà dei locali, andare nei luoghi adatti.”

“Noi abbiamo scelto quest’isola perché, dovendo far le vacanze in Agosto, speravamo di  non trovare gente, in effetti non ne abbiamo trovata molta. Abbiamo preso la barca per stare per dieci giorni, per restare in mare sempre, per poterlo vedere il più possibile”.

Naturalmente anche i divertimenti sono ancora improntati alla massima semplicità. Ci si ritrova fra amici, si chiacchiera, si passeggia lungo il porto. Dovendo trarre delle conclusioni da questo nostro viaggio di  scoperta, che cosa abbiamo trovato a Lampedusa? Un’isola ancora completamente incorrotta, quasi selvaggia, una popolazione gentile e ospitale che cerca di rafforzare in tutti i modi suoi legami con la terraferma e che crede che il turismo sia la soluzione almeno a una parte dei suoi numerosi problemi. E poi che cos’altro?  Si vive con molto poco, i prezzi sono modicissimi, con poco più di duemila lire si vive e si mangia ma soprattutto che cosa c’è? Un mare stupendo.

 

FONTE: Archivio video Piero Bologna

FONTE: Archivio storico Lampedusa

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